Personaggi
Chiesa di Roma, che si candida apertamente alla direzione non solo
spirituale, ma anche politica dell’intera Cristianità, ecco presenti tutte
le condizioni che spiegano come proprio allora, cioè alla fine dell’XI
secolo, nasca l’idea della Crociata.
1095, papa Urbano II lancia il progetto delle crociate con tutta
l'autorità morale del papato, invitando i cristiani ad andare in
Terrasanta, ad andarci in tanti sotto la guida dei loro principi, ad
andarci armati e prendere possesso dei luoghi santi con la forza.
Sono andati a Gerusalemme a piedi aprendosi la strada a forza e l’hanno
conquistata. E questa è la Prima Crociata; poi però, ce ne saranno tante
altre. Il fatto è che i musulmani non sono rimasti inerti quando un’orda
di barbari sanguinari venuti da chissà dove, per di più miscredenti, è
entrata in terra islamica seminando la distruzione ed è venuta a
conquistare una delle città sante dell’Islam. I musulmani hanno sentito
come un’enorme offesa, fatta a loro e a Dio, il fatto che i miscredenti
dell'Occidente fossero venuti ad impadronirsi di Gerusalemme e del
sepolcro di Cristo, che anche per i musulmani è un grande profeta degno di
venerazione. Alla caduta di Gerusalemme nel 1099 seguono due secoli di
Crociate: perché i musulmani sono continuamente impegnati a riconquistare
i territori perduti. Ci vuole quasi un secolo perché i musulmani
riprendano definitivamente Gerusalemme, con Saladino nel 1187, ma anche
dopo questa data l’isola di Cipro che si trova proprio di fronte rimarrà
in mano occidentale per altri tre secoli.
Per molto tempo gli storici hanno diffidato della propaganda coeva, tutta
traboccante di entusiasmo religioso, di enfasi sul martirio e sulla
liberazione del Santo Sepolcro; in realtà, si diceva, al di sotto di tutto
questo c’erano profonde motivazioni politiche ed economiche, il desiderio
di conquista, la necessità di sfogare l’esuberanza demografica di
un’Europa piena di giovani.
Ma noi oggi siamo forse un pò più attrezzati, rispetto ad esempio agli
storici dell’Ottocento.
Anche oggi ci sono popoli che si combattono per il possesso di
Gerusalemme, e sebbene anche lì ci siano complicazioni economiche e
politiche, tutti abbiamo la sensazione che c’è anche una motivazione
religiosa, abbastanza forte per spingere la gente a rischiare la vita e a
uccidere. Ebbene, allora anche i cristiani vedevano le cose in questi
termini.
Le Crociate avvengono in un momento in cui l’Europa sta crescendo, ha
delle forze da spendere.
Quando un cavaliere ha un figlio solo va tutto bene, se ne ha due il
secondo si farà monaco o prete, ma quando ne ha tre, quattro, cinque
qualcuno deve andare per il mondo a cercare fortuna.
I crociati che conquistano Gerusalemme ci sono andati a piedi, passando
attraverso i Balcani e l’Asia Minore; ma quando si sono trovati al di
fuori dell’impero bizantino, in terra islamica, hanno cominciato a
conquistare e occupare stabilmente i territori. Ne è nato un regno, che i
crociati hanno chiamato regno di Gerusalemme.
Attuali Siria, Giordania, Israele, Palestina, Libano, cui poi si
aggiungerà anche Cipro.
Oggi gli storici non esitano ad affermare che quello fu il primo
esperimento coloniale europeo: è la prima volta che gli europei provano a
conquistare stabilmente un territorio fuori dall’Europa occidentale e a
impiantarci una loro aristocrazia di padroni che sfruttano a proprio
vantaggio le risorse locali.
Provare a immaginare questa gente che da un lato ci credeva sul serio,
metteva in gioco la pelle per uno scopo che considerava gradito al suo
Dio, pensava di seguire le tracce di Cristo rischiando la vita e al tempo
stesso sapeva anche benissimo che quella era una straordinaria occasione
di conquista e di arricchimento, un’occasione unica per partire da casa e
andare a costruirsi una posizione più alta nel nuovo mondo, l’Oltremare,
come lo chiamavano, con un termine che dà in pieno il senso della grande
avventura che essi sentivano di vivere.
I cristiani per secoli sono disposti a impegnare risorse, potenza
militare, denaro, vite a questo scopo. Tutti, dall’imperatore e dai re
fino all’ultimo dei contadini, sono pronti a spendersi per quello che
sentono come uno scopo collettivo: difendere i luoghi santi. La Crociata
in questo senso è una struttura permanente, al di là delle grandi
spedizioni la gente parte continuamente, chiunque può decidere di partire
e andare a dare una mano in Terrasanta a quelli che la stanno difendendo.
È un ideale condiviso e largamente praticato per molto tempo; cose stanno
andando malissimo comunque, perché la riconquista musulmana procede
spedita.
La Crociata diventa un’istruzione giuridica.
La Chiesa impone di riconoscere dei privilegi a chi parte. Piccoli
privilegi, e necessari: se parti, il pagamento dei tuoi debiti è
dilazionato, non verranno a confiscarti la mandria o la casa mentre sei
via, se muori c’è una tutela giuridica speciale sui tuoi beni per essere
sicuri che la tua famiglia sarà garantita.
La Crociata può essere proclamata solo dal papa; il pontefice romano è una
grande autorità morale che ha in questi secoli uno scopo ben preciso, cioè
quello di imporsi come arbitro della politica europea, di convincere tutti
i principi ad accettare il suo primato.
I papi però hanno sempre anche degli avversari.
Alcuni grandi personaggi della nostra storia siano diventati famosi
proprio attraverso la partecipazione alle crociate.
Goffredo di Buglione o Riccardo Cuor di Leone: perché sono andati alle
Crociate.
Su Goffredo di Buglione in verità di può dire pochissimo; è uno dei leader
della Prima Crociata e già questo significa che era un personaggio di
secondo piano. Papa Urbano II infatti lancia l’idea del pellegrinaggio
armato a Gerusalemme in un momenti un cui la Chiesa romana sta puntando
decisamente a diventare la guida politica della Cristianità. I secoli a
cavallo dell’anno Mille sono il momento in cui in Occidente lo Stato
invece è più debole; i re ci sono ma hanno pochi mezzi, il potere è tutto
gestito dai signori locali nei loro castelli, oppure da principi e vescovi
che possiedono tanti castelli in una certa regione.
C’era naturalmente un sovrano più potente degli altri, l’imperatore, erede
di Carlo Magno; era appena uscito traumatizzato dalla Lotta per le
Investiture. Tutti ricordano Enrico IV a Canossa a piedi scalzi che
aspetta il perdono del papa: da quel conflitto l’imperatore è uscito
decisamente indebolito.
La Prima Crociata è l’unica a cui non partecipa nessun re, e tanto meno
l’imperatore.
I re non sono più dei concorrenti, c’è il papa e ci sono i principi
locali.
Il conte di Tolosa, Boemondo d’Altavilla, il Normanno che possedeva un
pezzo di Italia meridionale, e altri ancora, e fra questi Goffredo di
Buglione, della famiglia dei duchi di Lorena. Di lui non sappiamo quasi
niente.
Nell’XI secolo, quando parte la Prima Crociata, materiale del genere non
ce n’è, è un’Europa ancora molto arretrata quella e lo vediamo proprio
dalla povertà delle fonti che ci ha lasciato.
Sappiamo che è diventato famoso perché fra i tanti che son partiti è
quello che poi alla fine è diventato re di Gerusalemme.
Dalla Turchia fino all’Egitto; e che cosa farne di questo paese?
Quella generazione i re contavano poco, chi comandava erano i principi, e
proprio per questo decidono di eleggere un re.
Ma ci sarà un primus inter pares che non avrà molto potere politico, ma in
cambio avrà quella sacralità che soltanto i re hanno, e garantirà
l’equilibrio dei poteri.
Hanno scelto Goffredo di Buglione, che quindi è il primo re di
Gerusalemme. Il Tasso qualche secolo dopo darà una mano per costruire un
mito che rimane radicato nel nostro immaginario, però Goffredo di Buglione
è tutto qui, di più non si saprebbe cosa dire.
Luigi IX di Francia, noto anche come san Luigi. Luigi IX di Francia è un
personaggio straordinario che incarna in pieno l’ideale della Crociata in
un momento, la metà del Duecento, in cui intorno a lui c’è già qualcuno
che comincia a non crederci più tanto.
Il protagonista di molte narrazioni, un personaggio che ha sempre avuto un
grande impatto su chi l’ha conosciuto.
L’esempio massimo di eroe della Crociata.
Luigi IX vive la Crociata come un momento di sofferenza, di umiliazione,
di penitenza e al tempo stesso come una grande impresa di cui lui è
responsabile e che vuole trasformare ad ogni costo in un successo, anche
se poi in realtà va tutto a finire molto male.
Costruisce un porto apposta, Aigues-Mortes, sulla costa della Provenza; e
poi si imbarca attraversando il suo regno di Francia a piedi, spesso
percorrendo scalzo il tratto che conduce a un santuario, vestito da
pellegrino, con il bastone e la bisaccia, e la gente è lì che lo guarda
stupefatta: perché, come si diceva, ormai c’è già qualcuno che non ci
crede più tanto alla Crociata, e vedere un re che invece ci crede fino a
questo punto convince tutti che quello è un santo.
C’è un frate italiano, Salimbene, da Parma, un francescano che si trovava
in Francia nel convento di Sens, dove si era riunito il capitolo generale
dell’ordine francescano; il re passa di l’ durante il suo viaggio per
andare a imbarcarsi per la Crociata.
Classe 3I2