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<title>Personaggi - Crociate: Fede e Battaglia</title>
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<li><a href="../Gruppo1/Massimo.html">Massimo Montanari</a></li>
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<li><a href="../Gruppo1/Musarra.html">Antonio Musarra</a></li>
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<a href="../Gruppo2/Papa_Urbano_II.html">Papa Urbano II</a>
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<a href="../Gruppo2/Prima_Crociata.html">Prima Crociata</a>
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<li><a href="../Gruppo6/T_Isl.html">Testimonianze Islamiche</a></li>
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<li><a href="../Gruppo6/Islam.html">Storia dell'Islam</a></li>
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<li><a href="../Gruppo6/Guerra.html">Guerra santa</a></li>
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<li><a href="presentazione.html">Presentazione</a></li>
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Chiesa di Roma, che si candida apertamente alla direzione non solo
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spirituale, ma anche politica dell’intera Cristianità, ecco presenti tutte
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le condizioni che spiegano come proprio allora, cioè alla fine dell’XI
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secolo, nasca l’idea della Crociata 1095 papa Urbano II lancia il progetto
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delle crociate con tutta l'autorità morale del papato, invitando i
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cristiani ad andare in Terrasanta, ad andarci in tanti sotto la guida dei
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loro principi, ad andarci armati e prendere possesso dei luoghi santi con
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la forza. Sono andati a Gerusalemme a piedi aprendosi la strada a forza e
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l’hanno conquistata. E questa è la Prima Crociata; poi però, ce ne saranno
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tante altre. Il fatto è che i musulmani non sono rimasti inerti quando
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un’orda di barbari sanguinari venuti da chissà dove, per di più
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miscredenti, è entrata in terra islamica seminando la distruzione ed è
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venuta a conquistare una delle città sante dell’Islam. I musulmani hanno
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sentito come un’enorme offesa, fatta a loro e a Dio, il fatto che i
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miscredenti dell'Occidente fossero venuti ad impadronirsi di Gerusalemme e
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del sepolcro di Cristo, che anche per i musulmani è un grande profeta
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degno di venerazione. Il mondo islamico per riconquistare la Città Santa e
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ricacciare gli invasori. Alla caduta di Gerusalemmree nel 1099 seguono due
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secoli di Crociate: perché i musulmani sono continuamente impegnati a
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riconquistare i territori perduti. Ci vuole quasi un secolo perché i
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musulmani riprendano definitivamente Gerusalemme, con Saladino nel 1187,
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ma anche dopo questa data l’isola di Cipro che si trova proprio di fronte
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rimarrà in mano occidentale per altri tre secoli. Per molto tempo gli
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storici hanno diffidato della propaganda coeva, tutta traboccante di
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entusiasmo religioso, di enfasi sul martirio e sulla liberazione del Santo
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Sepolcro; in realtà, si diceva, al di sotto di tutto questo c’erano
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profonde motivazioni politiche ed economiche, il desiderio di conquista,
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la necessità di sfogare l’esuberanza demografica di un’Europa piena di
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giovani. Ma noi oggi siamo forse un pò più attrezzati, rispetto ad esempio
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agli storici dell’Ottocento. Anche oggi ci sono popoli che si combattono
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per il possesso di Gerusalemme, e sebbene anche lì ci siano complicazioni
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economiche e politiche, tutti abbiamo la sensazione che c’è anche una
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motivazione religiosa, abbastanza forte per spingere la gente a rischiare
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la vita e a uccidere. Ebbene, allora anche i cristiani vedevano le cose in
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questi termini. Le Crociate avvengono in un momento in cui l’Europa sta
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crescendo, ha delle forze da spendere. Quando un cavaliere ha un figlio
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solo va tutto bene, se ne ha due il secondo si farà monaco o prete, ma
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quando ne ha tre, quattro, cinque qualcuno deve andare per il mondo a
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cercare fortuna. I crociati che conquistano Gerusalemme ci sono andati a
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piedi, passando attraverso i Balcani e l’Asia Minore; ma quando si sono
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trovati al di fuori dell’impero bizantino, in terra islamica, hanno
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cominciato a conquistare e occupare stabilmente i territori. Ne è nato un
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regno, che i crociati hanno chiamato regno di Gerusalemme. Attuali Siria,
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Giordania, Israele, Palestina, Libano, cui poi si aggiungerà anche Cipro.
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Oggi gli storici non esitano ad affermare che quello fu il primo
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esperimento coloniale europeo: è la prima volta che gli europei provano a
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conquistare stabilmente un territorio fuori dall’Europa occidentale e a
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impiantarci una loro aristocrazia di padroni che sfruttano a proprio
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vantaggio le risorse locali. Provare a immaginare questa gente che da un
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lato ci credeva sul serio, metteva in gioco la pelle per uno scopo che
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considerava gradito al suo Dio, pensava di seguire le tracce di Cristo
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rischiando la vita e al tempo stesso sapeva anche benissimo che quella era
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una straordinaria occasione di conquista e di arricchimento, un’occasione
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unica per partire da casa e andare a costruirsi una posizione più alta nel
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nuovo mondo, l’Oltremare, come lo chiamavano, con un termine che dà in
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pieno il senso della grande avventura che essi sentivano di vivere. I
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cristiani per secoli sono disposti a impegnarvi risorse, potenza militare,
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denaro, vite. Tutti, dall’imperatore e dai re fino all’ultimo dei
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contadini, sono pronti a spendersi per quello che sentono come uno scopo
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collettivo: difendere i luoghi santi. La Crociata in questo senso è una
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struttura permanente, al di là delle grandi spedizioni la gente parte
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continuamente, chiunque può decidere di partire e andare a dare una mano
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in Terrasanta a quelli che la stanno difendendo. È un ideale condiviso e
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largamente praticato per molto tempo; cose stanno andando malissimo
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comunque, perché la riconquista musulmana procede spedita. La Crociata
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diventa un’istruzione giuridica. La Chiesa impone di riconoscere dei
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privilegi a chi parte. Piccoli privilegi, e necessari: se parti, il
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pagamento dei tuoi debiti è dilazionato, non verranno a confiscarti la
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mandria o la casa mentre sei via, se muori c’è una tutela giuridica
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speciale sui tuoi beni per essere sicuri che la tua famiglia sarà
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garantita. La Crociata può essere proclamata solo dal papa; il pontefice
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romano è una grande autorità morale che ha in questi secoli uno scopo ben
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preciso, cioè quello di imporsi come arbitro della politica europea, di
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convincere tutti i principi ad accettare il suo primato. I papi però hanno
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sempre anche degli avversari. Alcuni grandi personaggi della nostra storia
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siano diventati famosi proprio attraverso la partecipazione alle crociate.
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Goffredo di Buglione o Riccardo Cuor di Leone: perché sono andati alle
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Crociate. Su Goffredo di Buglione in verità di può dire pochissimo; è uno
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dei leader della Prima Crociata e già questo significa che era un
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personaggio di secondo piano. Papa Urbano II infatti lancia l’idea del
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pellegrinaggio armato a Gerusalemme in un momenti un cui la Chiesa romana
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sta puntando decisamente a diventare la guida politica della Cristianità.
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I secoli a cavallo dell’anno Mille sono il momento in cui in Occidente lo
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Stato invece è più debole; i re ci sono ma hanno pochi mezzi, il potere è
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tutto gestito dai signori locali nei loro castelli, oppure da principi e
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vescovi che possiedono tanti castelli in una certa regione. C’era
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naturalmente un sovrano più potente degli altri, l’imperatore, erede di
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Carlo Magno; era appena uscito traumatizzato dalla Lotta per le
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Investiture. Tutti ricordano Enrico IV a Canossa a piedi scalzi che
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aspetta il perdono del papa: da quel conflitto l’imperatore è uscito
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decisamente indebolito. La Prima Crociata è l’unica a cui non partecipa
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nessun re, e tanto meno l’imperatore. I re non sono più dei concorrenti,
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c’è il papa e ci sono i principi locali. Il conte di Tolosa, Boemondo
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d’Altavilla, il Normanno che possedeva un pezzo di Italia meridionale, e
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altri ancora, e fra questi Goffredo di Buglione, della famiglia dei duchi
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di Lorena. Di lui non sappiamo quasi niente. Nell’XI secolo, quando parte
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la Prima Crociata, materiale del genere non ce n’è, è un’Europa ancora
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molto arretrata quella e lo vediamo proprio dalla povertà delle fonti che
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ci ha lasciato. Sappiamo che è diventato famoso perché fra i tanti che son
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partiti è quello che poi alla fine è diventato re di Gerusalemme. Dalla
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Turchia fino all’Egitto; e che cosa farne di questo paese? Quella
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generazione i re contavano poco, chi comandava erano i principi, e proprio
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per questo decidono di eleggere un re. Ma ci sarà un primus inter pares
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che non avrà molto potere politico, ma in cambio avrà quella sacralità che
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soltanto i re hanno, e garantirà l’equilibrio dei poteri. Hanno scelto
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Goffredo di Buglione, che quindi è il primo re di Gerusalemme. Il Tasso
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qualche secolo dopo darà una mano per costruire un mito che rimane
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radicato nel nostro immaginario, però Goffredo di Buglione è tutto qui, di
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più non si saprebbe cosa dire. Luigi IX di Francia, noto anche come san
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Luigi. Luigi IX di Francia è un personaggio straordinario che incarna in
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pieno l’ideale della Crociata in un momento, la metà del Duecento, in cui
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intorno a lui c’è già qualcuno che comincia a non crederci più tanto. Il
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protagonista di molte narrazioni, un personaggio che ha sempre avuto un
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grande impatto su chi l’ha conosciuto. L’esempio massimo di eroe della
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Crociata. Luigi IX vive la Crociata come un momento di sofferenza, di
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umiliazione, di penitenza e al tempo stesso come una grande impresa di cui
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lui è responsabile e che vuole trasformare ad ogni costo in un successo,
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anche se poi in realtà va tutto a finire molto male. Costruisce un porto
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apposta, Aigues-Mortes, sulla costa della Provenza; e poi ca ad imbarcarsi
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attraversando il suo regno di Francia a piedi, spesso percorrendo scalzo
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il tratto che conduce a un santuario, vestito da pellegrino, con il
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bastone e la bisaccia, e la gente è lì che lo guarda stupefatta: perché,
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come si diceva, ormai c’è già qualcuno che non ci crede più tanto alla
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Crociata, e vedere un re che invece ci crede fino a questo punto convince
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tutti che quello è un santo. C’è un frate italiano, Salimbene, da Parma,
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un francescano che si trovava in Francia nel convento di Sens, dove si era
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riunito il capitolo generale dell’ordine francescano; il re passa di l’
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durante il suo viaggio per andare a imbarcarsi per la Crociata.
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