Sito_di_storia/Gruppo3/Terza_Crociata.html
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<br />
<p>
Nel 1190, inglesi e francesi partirono via mare, guidati da Riccardo I e
Filippo II. le truppe si riunirono a Messina, qui Riccardo costrinse la
corte normanna a liberare sua sorella Giovanna, vedova del del re
normanno Guglielmo II e prigioniera di Tancredi, conte di Lecce. Durante
le festività natalizie, le truppe crociate si scontrarono a Messina e
solo in primavera ripresero il mare. Federico di Svevia, re delle Due
Sicilie, strinse un accordo con Salah al-Din per fermare i crociati in
Terrasanta. Le truppe di Federico si sistemarono vicino a Adrianopoli
per l'inverno.<br />
Dopo varie trattative, il basileus fornì ai crociati una flotta per
attraversare i Dardanelli, iniziando il trasbordo il 21 marzo 1190. In
primavera, le forze teutoniche attraversarono l'Anatolia con poca
resistenza da parte dei selgiuchidi, e il 23 maggio conquistarono Konya
dopo un breve assedio.<br />
Federico raggiunse Karaman alla fine di maggio. Il 10 giugno, durante
una marcia verso Seleucia, il quasi settantenne imperatore morì in
circostanze misteriose, forse a causa di un bagno in acque troppo fredde
che gli provocarono un infarto. Questo evento inaspettato portò molti
soldati a riemtrare in patria. Quelli rimasti seguirono Federico VI
verso Antiochia, ma anche lui morì ad Acri in ottobre, ponendo fine così
alla crociata tedesca.<br />
Nel frattempo, l'assedio di Acri continuava senza interruzioni: tra i
crociati, in particolare, emersero due figure: Guido e Corrado, a capo
di due differenti gruppi. Le forze cristiane si divisero in due fazioni:
una sostenitrice di Guido e l'altra di Corrado. Gli Ospitalieri e i
genovesi scelsero Corrado, mentre Templari, pisani e veneziani
sostennero Guido. Corrado concesse privilegi ai suoi alleati a Tiro,
mentre pisani e veneziani si concentrarono ad Acri, che capitolò il 12
luglio del 1191.<br />
La città divenne capitale del «Secondo Regno» e fu assegnata
temporaneamente ai due sovrani, ai quali spettò il compito di decidere a
chi assegnare la corona. La sentenza del 28 agosto stabilì che Guido di
Lusignano mantenesse la corona fino alla morte, dopo la quale sarebbe
passata a Isabella e a Corrado. Il regno di Gerusalemme sarebbe stato
diviso tra i partiti: le terre a sud furono affidate a Guido di
Lusignano, mentre le terre a nord a Corrado. Di lì a breve Filippo,
informato delle cattive condizioni di salute del suo erede, abbandonò il
terreno delle operazioni e lasciò il comando a Ugo II. sulla scena
restavano Corrado e Riccardo.<br />
Riccardo tentò di negoziare con Salah al-Din per riottenere la reliquia
della Vera Croce, ma fallì e ordinò l'uccisione di tremila prigionieri
catturati ad Acri, uccisione che avvenne davanti alle truppe musulmane.
In agosto, decise di avanzare verso Giaffa per penetrare e attaccare
Gerusalemme, ma subì diversi attacchi dalla cavalleria musulmana. Il 7
settembre, vicino ad Arsüf, la retroguardia degli Ospitalieri affrontò
le truppe nemiche; Riccardo temendo una disgregazione delle sue forze,
ordinò all'esercito di attaccare compatto, sfruttando l'ampia piana
davanti alla città, la strategia si rivelò vincente e la vittoria elevò
gli animi, permettendo all'esercito di avanzare verso Glatta, distante
solo due giorni da Gerusalemme. Nel frattempo, Salah al-Din ordinò di
smantellare le difese di Ascalona, temendo l'assalto dei crociati e
passò dalla guerra alla diplomazia, sapendo che i nemici sarebbero
dovuti tornare a casa. Le trattative furono affidate al fratello
al-Ädil, che visitò più volte l'accampamento cristiano.<br />
Riccardo chiese la restituzione di Gerusalemme e dei frammenti della
Vera Croce, ma la proposta fu rifiutata, portando le trattative a
protrarsi per tutto l'inverno. Preoccupato per le notizie provenienti
dall'Inghilterra, Riccardo convocò un consiglio il 13 aprile, avvertendo
i baroni della sua prossima partenza, assicurando di lasciare un
contingente in Terrasanta. La feudalità franca cercava un leader fidato.
Riccardo inviò un messaggero a Tiro per annunciare a Corrado che sarebbe
stato re, mentre a Guido riservò il controllo dellisola di Cipro. Salah
al-Din, afflitto da disordini interni, tentò di negoziare la pace con il
Monferrato, ma questi morì poco dopo per un omicidio legato a conflitti
di potere. Il corpo del re designato fu messo in una chiesa, mentre i
due assassini, che avevano simulato una conversione al Cristianesimo,
confessarono sotto tortura che Riccardo ne era il mandante. Riccardo
favorì il matrimonio tra Isabella e Enrico, conte di Champagne, prima di
tornare in patria.<br />
Il 2 settembre, fu firmata una tregua che includeva il controllo della
costa e la restituzione di Ascalona ai saraceni. Riccardo non visitò
Gerusalemme e tornò in Europa. Il regno di Gerusalemme ne uscì
indebolito, ridotto a una sottile striscia di terra sulla costa, ma non
totalmente sconfitto.<br />
Dopo la sconfitta delle Crociate, molti baroni persero le loro terre e
la popolazione si riversò nelle città costiere. Solo i baroni più
potenti mantennero parte dei loro possedimenti. Il sultano Al'-Adil
cercò una soluzione pacifica con i franchi, firmando tregue e alleanze.
Si verificarono alcuni episodi ostili , ma nessuna delle parti
desiderava una guerra aperta.<br />
Il sostegno italiano durante la guerra fu fondamentale, con Pisani,
Genovesi e Veneziani che furono ampiamente ricompensati per il loro
contributo.
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<center>Classe 3I2</center>
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